L'allevamento dei serinus

Il mondo dei serinus, soprattutto di quelli africani, è molto variegato e fornisce a chi li alleva grandi soddisfazioni ma anche grosse delusioni. Quelli più allevati in Italia sono il mozambico, il cantore d’Africa, il canarino ventre bianco o dorsostriatus, il canarino gola nera, l’alario e l’alario di Damara. Premesso che non credo in regole fisse d’allevamento, (perché basta variare la latitudine della città in cui si alleva, o l’altitudine, ma anche la semplice esposizione dello stesso allevamento, per variare le suddette regole) descriverò le esperienze personali d’allevamento dei serinus. I serinus vanno preferibilmente allevati in un locale al chiuso, e questo perché molti di essi appartengono all’emisfero sud della terra, dunque iniziano a covare a settembre e smettono a marzo, mesi in cui in un allevamento europeo all’aperto fà forse troppo freddo. La mia esperienza mi ha fatto capire, in ogni modo, che i serinus sono animali molto robusti e che - se ben acclimatati – possono certamente vivere anche all’aperto d’inverno, e in qualche caso anche portare a termine le cove con temperature rigide.


L’acquisto.
L’acquisto dei serinus deve essere fatto prevalentemente presso allevamenti di conclamata serietà, e questo perché le zampette di questi piccoli amici alati possono essere anellate con anello a (che è quello previsto dai regolamenti) senza grossi problemi. Trovandosi ad acquistare soggetti di cattura, comunque, è importante notare alcuni particolari importanti: quasi sempre i mozambico e i cantori d’Africa soffrono di disturbi agli occhi. Lo si noterà facendo attenzione ai soggetti nei gabbioni: scegliere sempre quelli con occhi ben aperti e vivi. In caso contrario, io utilizzo acqua ed acido borico per sciacquarli: nella maggior parte dei casi guariscono, anche perché suppongo che questo problema sia provocato soprattutto dallo stress dell’importazioni in gabbioni e trasportini che si trasformano in veri lager, con migliaia di uccelli ammassati. Altro particolare da affrontare è l’addome: soprattutto tra gli alario d’importazione, scegliere i soggetti con ventre lievemente arrossato non è un male, se si preferiscono a quelli con la pancia gialla e apparentemente grassa. Questi ultimi soggetti sono trattati con antibiotici e, con l’acquisto e dunque con l’interruzione della somministrazione dei medicinali, potrebbero morire.

Il mantenimento.
Acquistati i soggetti, non eseguire alcuna cura antibiotica. Al massimo somministrare un prodotto a base di vitamina B (epatoprotettrice) e K (antiemorragico). Sarà più che sufficiente. I serinus in genere non sono abituati a mangiare centinaia di specie di semi come gli spinus: la loro alimentazione deve essere curata bene, perché con grande facilità hanno problemi di fegato. Il misto da somministrare è composto da 50% di scagliola e 50% di misto esotici (io utilizzo quello per diamanti del Gould, che è più ricco). Nessun seme nero. Al massimo alla miscela così composta si può integrare una spolverata di lattuga bianca e cicoria, ma senza esagerare. Il pastoncino del commercio, sia esso morbido o secco, non è quasi mai gradito, così come poco gradita è la vaschetta del bagnetto (nelle zone aride in cui vivono, i serinus preferiscono fare bagni di sabbia per eliminare dal corpo i parassiti). Durante il periodo della cova utilizzo la frittatina per l’imbecco, ma la snobbano quasi sempre. La frittatina è da me preparata in questa maniera: un bicchiere di latte, due uova (tuorlo ed albume). Mescolare fino a che non si forma un composto semi-denso. Poi aggiungere un cucchiaino di semola ed un cucchiaio di miele. Al termine della cottura aggiungere al miscuglio una manciata di buffalo (piccole tarme che si vendono già bollite e surgelate). Versare in un piatto e lasciare asciugare. Conservare in frigorifero e tagliarla a cubetti (come si fa per la polenta) per utilizzarla un po’ per volta. Ogni tanto somministro ai serinus del centocchio fresco o del dente di leone, che dimostrano di gradire particolarmente.
La riproduzione.
C’è chi alloggia i serinus in gabbie da 60 centimetri e riesce a farli covare. Probabilmente è vero, ma io utilizzo gabbie da 90x40 con divisorio. I nidi preferiti dai serinus sono quelli di vimini (diametro 8 cm) ben infrascati, ma anche quelli esterni a cassetta. Molti serinus (i petto citrino, ad esempio) hanno delle placche luminescenti ai lati del becco, placche che mantengono per una decina di giorni dalla nascita. Questo è segno che probabilmente in natura nidificano anche nei tronchi cavi di piccoli alberi, dunque è possibile farli covare in piccole cassettine nido del tipo utilizzato dai passeri del Giappone. Le femmine iniziano a dare segni di inquietudine e cercano di strapparsi le piume dal petto, segno che sono pronte a nidificare. I maschi cantano a squarciagola e partecipano alla costruzione del nido. Solitamente l’incubazione delle uova va dagli 11 ai 15 giorni. Le femmine di serinus (salvo qualche naturale eccezione) sono ottime imbeccatrici e non necessitano né di balie né quantomeno dell’aiuto dell’uomo. L’importante è lasciarle in pace e basta. I maschi sono docili, ma molte volte rompono le uova perché desiderosi di accoppiarsi nuovamente. Ho notato, inoltre, che nella maggior parte dei casi, attaccano i piccoli non appena usciti dal nido, perché forse vedono in loro possibili pretendenti al trono. Uccelli territoriali, dal canto splendido, di facile adattamento, i serinus non sono molto allevati anche perché forse se ne importano ancora un po’ troppi. Il Ghana, però, da qualche anno ha vietato le esportazioni. Magari si alleveranno mozambico o cantori d’Africa quando saranno rari e costeranno una barca di soldi. Per adesso con 20 30 euro è possibile acquistare buoni soggetti d’allevamento. Cifre irrisorie che fanno desistere dall’acquisto di soggetti di cattura.

Piero Russo

2 commenti:

salvatore ha detto...

1 anno fa avevo cardellini ancestrali troppo complicata la riproduzione i semi sono aumentati d costo e preferisco allevare gli esotici adesso sto cercando 1 coppia di condor blu c sono gli allevatori dalle tue parti ris

Piero Russo ha detto...

di condor blu?
Forse di cordon blu?
Sono difficili da trovare.
Io ho i gola tagliata